Rocca Calascio

Situato a un'altitudine di 1464 m (s.l.m) sorge il Castello di Rocca Calascio, fondato secondo diverse fonti da Ruggero II d'Altavilla, che ne promosse l'edificazione probabilmente dopo la conquista normanna del 1140; anche se risale al 1239 il primo documento storico che ne attesti la presenza. Alcune fonti ritengono che la struttura possa essere stata costruita sui resti di una preesistente fortificazione d'origine romana. Fu inserito in un complesso sistema di fortificazioni, a scopo difensivo, che controllavano le vallate abruzzesi; per la sua vicinanza al vasto bacino pastorale di Campo Imperatore, il castello ebbe un ruolo importante relativamente ai percorsi della transumanza.Il sito è diventato celebre anche per la sua apparizione nel film "Il nome della rosa" nella metà degli anni '80. Il Borgo con il suo Castello rapprentano una delle principali mete turistiche della provincia dell'Aquila e, nel 2019, il Castello è stato inserito da National Geographic nella lista dei 15 più belli al mondo.

Santo Stefano di Sessanio

Le prime notizie riguardanti il territorio comunale di Santo Stefano di Sessanio di proprietà del monastero di San Vincenzo al Volturno risalgono all'inizio del IX secolo. La prima notizia certa dell'esistenza dell'insediamento detto Santo Stefano è dell'anno 1240. L'opera degli ordini monastici segna un aumento delle terre coltivabili, il ripopolamento delle campagne anche ad alte quote, nonché la nascita e il consolidamento di borghi fortificati, considerati sicuri grazie alla posizione elevata (1.200m s.l.m.). Dal XII secolo Santo Stefano fu annesso nel distretto feudale della baronia di Carapelle che includeva anche Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Calascio e Rocca Calascio.. Dalla vetta del fiabesco borgo medievale svetta la torre medicea, che prima del crollo, era alta 20 metri, a pianta cilindrica, in pietra concia locale, con delle caditoie e delle finestre per le balestre. L'intervento dei Medici permise di apportare diverse migliorie come la scala a chiocciola per il passaggio di ronda. Crollata durante il terremoto del 2009, la sua ricostruzione è stata ultimata nel 2021.

Capestrano 

Le prime testimonianze del territorio risalgono ai Vestini che si stanziarono nella valle del Tirino (IX secolo a.C.). Capestrano, divenne particolarmente nota a seguito del rinvenimento della statua del Guerriero di Capestrano raffigurante, si ipotizza, il misterioso re vestino Nevio Pompiledio (Vl secolo a.C.) e avvenuta a valle dell'attuale abitato, nella vasta area archeologica con la necropoli dove un un tempo prosperava Aufinum (menzionata da Plinio il Vecchio come centro principale dei vestini cismontani). Verso la metà del XV secolo, Lionello Accrocciamuro fece costruire un grande castello intorno alla preesistente torre trecentesca di guardia sulla valle del Tirino. Con il passaggio di Capestrano nelle mani di Antonio Piccolomini d'Aragona il forte fu rinnovato e prese il nome di Castello Piccolomini, costituendo una strategica roccaforte durante la congiura dei baroni e difendendo la città dal tentativo di riconquista degli Accrocciamuro. Nel XVI secolo, grazie allo zafferano e alla produzione della pregiata lana carfagna, ottenne un tale successo da attirare in Abruzzo imprenditori provenienti da tutta Europa. Nel 1579 Costanza Piccolomini, a causa di debiti, decise di cedere l'intero marchesato di Capestrano al granduca di Toscana Francesco l (famiglia Medici). Cinque anni dopo, su richiesta dei Medici,  fu elevato al rango di Principato da Filippo ll di Spagna.

Navelli

Le prime testimonianze di insediamento nel territorio di Navelli risalgono ai Vestini che si stanziarono nell'altopiano sin dal Vl secolo a.C. A questo periodo si fa risalire la nascita di Incerulæ, sul luogo dell'attuale chiesa di Santa Maria in Cerulis. Secondo una leggenda popolare nonché per lo storico aquilano Anton Ludovico Antinori il nome deriva dal latino «Novellum» o «Novelli», in riferimento alle nove ville che ne costituivano il territorio; la trasformazione del nome in «Navelli Navellorum», con la mutazione della vocale, e l'introduzione della nave nello stemma sarebbero avvenute nel medioevo, in omaggio alla partecipazione degli abitanti alle crociate in Terra Santa. Nel 1269 partecipò alla fondazione dell'Aquila venendo ricompreso nel quarto di Santa Maria. Risale a questo periodo, il momento in cui la famiglia Santucci, cominciò la produzione dello zafferano nella piana, che divenne in poco tempo una delle principali economie della provincia dell'Aquila. Nel 1423 fu trascinato nella guerra dell'Aquila subendo l'assedio delle truppe di Braccio da Montone che tentavano di conquistare la città abruzzese; Navelli fu costretta alla resa senza mai essere espugnata, ottenendo così di inserire nello stemma il motto «Navellorum Merito Coronata Fidelitas» per diretta concessione della regina Giovanna II di Napoli. Lo Zafferano di Navelli, noto come lo Zafferano dell'Aquila DOP, è apprezzato a livello internazionale.

San Pio delle Camere 

Le prime notizie che si hanno sul Castello di San Pio delle Camere, risalgono al 1173, ai tempi feudo della famiglia Bonagiunta di Poppleto rima che dei Caracciolo, che pare ne abbiano fatto un uso propriamente difensivo piuttosto che residenziale. Infatti il Castello è situato a monte del paese proprio per fornire riparo alla popolazione e al bestiame. L'innalzamento, secondo la tecnica a gradoni, delle mura di cinta dev'essere avvenuto in seguito (molto probabilmente nel XIV secolo), con l'intento di racchiudere il mastio preesistente. Lo stato attuale del castello è il risultato dell'attacco, nel 1424, del capitano di ventura Braccio da Montone nell'ambito della guerra dell'Aquila, così come accaduto anche ai castelli di Barisciano, Bominaco, Fossa, Ocre e Tussio.

Caporciano e Bominaco

Caporciano è un antico borgo risalente al medioevo situato in una posizione che domina la Piana di Navelli, a 836 m s.l.m. Bominaco era la postazione più antica, con il castello che dominava la valle, eretto nell'XI secolo. Nel 1254 Caporciano e Bominaco contribuirono alla fondazione della città di L'Aquila. Il castello di Caporciano, fu trasformato nella chiesa parrocchiale e la torre in campanile dopo l'attacco di Braccio da Montone. I due borghi hanno mantenuto negli anni, grazie alla loro posizione impervia, il loro aspetto antico; Nel 2012 la strada provinciale è stata ampliata e modernizzata per rendere più accessibile il borgo e collegarlo meglio alla valle di Navelli. Oggi Caporciano, assieme a Bominaco, è meta di turisti che ammirano particolarmente la chiesa di San Pietro fondata nel XIII secolo, che presenta all'interno un altare con un ciborio e affreschi del XVI secolo.

Castel del Monte 

Le testimonianze più antiche sulla presenza di un insediamento di origine vestina si trovano sul Colle della Battaglia, a sud dell'abitato, dove sono ancora ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e di altrettante cerchia di mura che proteggevano un villaggio di cui sono stati rintracciati i resti. Distrutto nel 324 a.c. durante la conquista ad opera del Console Bruto Decio Sceva che sconfisse i vestini. Gli storiografi del paese, a partire dal XIX secolo indicano il pagus romano con il nome di "Città delle Tre Corone", in riferimento ai tre fossati circolari e concentrici situati sul colle della Battaglia. Durante l'invasione longobarda, la "Città delle Tre Corone" venne abbandonata e gli abitanti decisero di incastellarsi edificando, su un impervio colle a nord dell'antico insediamento una rocca o borgo fortificato, che è la parte più antica di Castel del Monte. Il nome del paese compare per la prima volta in una bolla pontificia di papa Onorio III del 1223 con il nome di Castellum de Monte e fece parte del marchesato (principato dal 1584) di Capestrano.

Sant'Eusanio Forconese 

Le origini di Sant’Eusanio Forconese sono molto antiche. In epoca medievale il territorio era noto come Cinque Ville, in riferimento ai cinque piccoli villaggi che lo componevano: Castellina, Castello, Monticchio, San Pietro e Carmiscione. Il nome attuale deriva da Sant'Eusanio di Siponto, martire cristiano del IV secolo, il cui culto è tuttora vivo nella comunità.Il borgo fu uno dei castelli che parteciparono alla fondazione dell’Aquila, come ricordato dal Vicolo Sant’Eusanio nel centro storico cittadino.Durante il Medioevo, il paese appartenne prima ai Piccolomini e successivamente ai Barberini, che nel XVII secolo vi costruirono un elegante palazzo.Secondo la tradizione, Sant’Eusanio, giunto dal Gargano per evangelizzare l'area ancora legata a culti pagani, subì il martirio sotto le persecuzioni del prefetto Prisco di Aveia. Il suo sacrificio è rappresentato nell’affresco della Basilica a lui dedicata, dove il santo è raffigurato con il cuore tra le mani.

Fontecchio

Il paese conserva un centro storico fortificato che include alte mura, torri e numerosi resti di epoca romana, segni della sua importanza storica. Fondato nel XI secolo dall'unione di piccoli villaggi, tra cui San Giovanni, San Pietro e Fons Tichiae, il borgo si sviluppò attorno alla protezione offerta dalle sue fortificazioni. Nel corso dei secoli, Fontecchio divenne un feudo e un centro religioso, con numerose chiese e parrocchie, tra cui quella di Santa Maria della Pace, fondata intorno al 1080. Nel 1425, il borgo si distinse per il coraggio dei suoi abitanti, che riuscirono a respingere l’assalto del condottiero mercenario Braccio da Montone, durante l’assedio che colpì i castelli della zona. Questo episodio, narrato anche nel "De Bello Bracciano Aquilae", segnò un momento importante della sua storia. Fontecchio fu poi danneggiato dai terremoti del 1703 e del 2009, che ne compromissero alcune strutture, ma il borgo ha conservato il suo carattere antico. Oggi, è un luogo che offre panorami mozzafiato, aree naturistiche e una miscela di storia, cultura e tranquillità, rendendolo una meta ideale per gli amanti della natura, del benessere e del relax. L'interno della torre dell'Orologio è visitabile sabato e domenica in tutte le stagioni.

Beffi

Le sue origini affondano nel Medioevo, ma la zona era già abitata in epoca romana, come testimoniano reperti sparsi nei dintorni. Il cuore pulsante del paese è la sua maestosa torre medievale, costruita nel XII secolo, parte di un primitivo castello edificato in epoca Normanno-Sveva. Nel corso del XIV secolo il castello fortificato fu ampliato e potenziato da famiglie nobili locali per proteggere i confini del feudo. Alta e possente, fungeva da vedetta strategica contro le incursioni nemiche, e ancora oggi sembra scrutare l’orizzonte con occhi di pietra. Nel corso dei secoli, Beffi fu coinvolta nelle lotte tra famiglie nobili e nelle traversie del Regno di Napoli.  Nel 1423, il borgo subì gravi distruzioni a causa dell'assedio condotto dalle truppe di Braccio da Montone. Ma il suo tesoro più prezioso è forse nascosto nel ciclo di affreschi della chiesetta di Santa Maria del Ponte, un esempio raro di arte sacra medievale abruzzese, che narra scene del Vangelo con colori ancora vibranti.