Peltuinum - Sito Archeologico
Peltuinum rappresenta uno dei più importanti siti archeologici romani dell'Abruzzo, situato nella piana di Prata d'Ansidonia (AQ), lungo l'antica via Claudia Nova che collegava Roma all'Adriatico. Prima della conquista Romana, la zona era abitata dai Vestini già dal IIV secolo a.C. Fondata nel I secolo a.C. come praefectura romana, la città raggiunse il suo massimo splendore tra il I e il III secolo d.C., diventando un importante centro commerciale e amministrativo. Il sito archeologico conserva parzialmente anche la porta occidentale. Essa era parte integrante di un sistema difensivo costituito da tre torrioni, due dei quali a difesa della porta. Degli edifici pubblici si conserva solo il Teatro, che, contrariamente al solito, è collocato fuori le mura. La città conobbe un graduale declino a partire dal IV secolo d.C. e sopravvisse fino al V secolo d.C. Oggi Peltuinum è un importante parco archeologico che offre ai visitatori la possibilità di camminare tra i resti di una delle città romane meglio conservate dell'Italia centrale, immersa in un paesaggio montano di straordinaria bellezza.
Castel Camponeschi
Borgo fortificato situato nel territorio di Prata d'Ansidonia. La sua costruzione iniziò nel XIII secolo come originale castrum di Prata, rappresentando un esempio significativo dell'architettura militare medievale abruzzese. Il borgo fu nominato per la prima volta nel 1508 come "Castrum S. Petri Camponeschi" e subì importanti rimaneggiamenti nel XV secolo. Secondo la tradizione, il castello fu edificato all'epoca della costruzione della chiesa di San Paolo di Peltuinum, passando successivamente nelle mani della nobile famiglia aquilana Camponeschi da cui prese il nome. Durante il periodo spagnolo il castello cambiò più volte proprietà, fino a diventare feudo della famiglia Nardis dal 1634 al 1806. Il castello non consiste in una singola fortificazione ma costituisce un piccolo borgo fortificato costruito sulla cima di un colle, che fu assiduamente abitato durante tutto il periodo medievale. Attualmente in fase di restauro.
Chiesa di San Paolo di Peltuinum
La Chiesa di San Paolo di Peltuinum sorge all'esterno del perimetro urbano dell'antica città romana di Peltuinum, nel territorio di Prata d'Ansidonia. La chiesa fu probabilmente costruita tra il VII e l'VIII secolo sostituendo un precedente sito pagano. Fu costruita con materiali delle rovine romane, tra cui blocchi di opus reticulatum e secondo la tradizione sorse sui resti di un antico tempio pagano. Dopo un parziale crollo nel XII secolo, fu ricostruita in stile romanico con l'aggiunta di una facciata rialzata e elementi medievali. L'attuale edificio è una ricostruzione benedettina del XII secolo e fu menzionata in una Bolla Papale del 23 marzo 1118 da Papa Innocenzo III, mentre Papa Innocenzo II nella Bolla del 25 marzo 1138 la nominò tra i possedimenti della Diocesi. La chiesa è posizionata lungo il Tratturo L'Aquila-Foggia, una delle antiche vie della transumanza, e presenta una pianta a croce che testimonia la sua importanza religiosa nel periodo medievale. Dopo il terremoto del 2009 che colpì L'Aquila, la chiesa ha subito importanti lavori di restauro finanziati con circa 650mila euro, culminati con la riapertura nel giugno 2024, rappresentando un simbolo di resilienza e rinascita per il territorio aquilano.
Chiesa di San Nicola di Bari
La Chiesa di San Nicola di Bari si trova in posizione centrale nell'abitato di Prata d'Ansidonia, in Piazza della Chiesa, ed è dedicata al santo patrono del comune la cui festa patronale si celebra il 28 giugno. Fu costruita prima del XII secolo, anche se l'aspetto attuale è frutto di rimaneggiamenti dovuti a terremoti, specialmente per quello del 1703. La chiesa principale presenta una pianta rettangolare, con cupola e rappresenta il centro religioso più importante del paese. La chiesa mantenne sempre la sua funzione di punto di riferimento spirituale per la comunità locale e testimonia la devozione secolare degli abitanti verso San Nicola di Bari, vescovo di Myra vissuto nel IV secolo e venerato come santo protettore. L'edificio attuale conserva elementi architettonici che riflettono le diverse epoche di costruzione e rimaneggiamento, rappresentando un importante patrimonio storico-religioso del territorio di Prata d'Ansidonia e della valle del fiume Aterno.
Castello e Chiesa di Tussio
Il Castello di Tussio sorse nel XII secolo come fortezza-recinto adagiata sull'altura di un monticello nel territorio di Prata d'Ansidonia. Il castello partecipò nel 1254 alla fondazione dell'Aquila insieme agli altri castelli del territorio. Prima del 1266, anno dell'incastellazione della città dell'Aquila, Tussio possedeva un castello recinto con sviluppo poligonale posizionato a mezza costa che fungeva da importante punto difensivo del territorio. Dopo il 1266 il castello fu distrutto come parte del processo di unificazione urbana che portò alla formazione dell'Aquila. Con il materiale di risulta della demolizione venne edificata l'attuale chiesa del borgo, che incorporò con funzione di torre campanaria l'antica torre sommitale di difesa a pianta circolare. Durante la Guerra dell'Aquila contro Braccio da Montone all'inizio del XV secolo, il castello dimostrò una valorosa resistenza come ricordato nelle Cronache aquilane che narrano della guerra di Braccio. La torre-campanile della chiesa attuale fu ottenuta sopraelevando la torre del castello medievale, mantenendo la muratura originaria nella fascia inferiore del fusto dove sono ancora visibili strutture realizzate con pietrame di piccola pezzatura tipiche dell'architettura militare medievale.
Chiesa di San Nicandro
La Chiesa di San Nicandro si trova nella frazione omonima del comune di Prata d'Ansidonia in provincia de L'Aquila ed è dedicata a San Nicandro, santo martire festeggiato il 17 e 18 giugno con una processione che dalla chiesa percorre tutto il piccolo borgo di circa 55 abitanti. L'epoca della sua edificazione risale all' XI secolo, risulta una derivazione da uno dei vici e villae sorti dopo le rovine dell'antica città romana di Peltuinum, come testimoniano i numerosi frammenti di iscrizioni romane ritrovati nell'area. Dal Chronicon Vulturnense si apprende che nell'anno 998 le terre nella curtis di San Nicandro risultano allivellate da parte del monastero di San Venanzio al Volturno, attestando l'importanza religiosa ed economica del sito già nel X secolo. Nel 1264 una Breve di Papa Urbano IV annovera l'Ecclesiam S. Nicandri tra i possedimenti del monastero benedettino, confermando i legami con l'ordine monastico che caratterizzarono la storia della chiesa per secoli. L'attuale edificio presenta caratteristiche barocche con belle statue e una facciata in pietra scolpita che testimonia i rimaneggiamenti avvenuti nei secoli successivi alla fondazione medievale.